La gita di terza media a Monaco

Tempo di lettura: 3 min.

Ripenso ai tre giorni di gita insieme a Monaco. Se chiudo gli occhi vedo…

Racconta incontri fatti, tue scoperte, cosa non vorresti dimenticare di ciò che hai visto e sentito.

Se chiudo gli occhi vedo il campo di Dachau, mi immagino tutti i detenuti lì a lavorare, a fare l’appello alla mattina con -10°, a soffrire solo perché erano e volevano rimanere se stessi.

Andando al campo di concentramento, e vedendo il museo al suo interno, ho capito fino in fondo cosa voleva dire essere un detenuto dei lager: tu eri “punito” perché eri te stesso e questo tuo essere te stesso ti veniva ulteriormente negato dandoti un numero come nome, dovendo lavorare tutto il giorno, dovendo “dormire” uno schiacciato contro l’altro, non avendo la certezza di avere anche una piccola porzione di cibo per ogni pasto…

Io non vorrò mai dimenticare tutto ciò che è successo all’interno di questo, ma anche di tutti gli altri campi di concentramento e non voglio che tutto quello che hanno subito ebrei, cattolici e tutte le persone morte per colpa di Hitler rimanga rinchiuso nei lager, ma che ottenga quella libertà che a tutti i detenuti fu negata. Voglio che tutte le persone abbiano a consapevolezza di tutte le donne, tutti gli uomini, tutti gli anziani e tutti i bambini morti nei lager.

Ho capito ancora una volta il significato e il valore dell’amicizia grazie ai Ragazzi della Rosa Bianca.

Ho capito che basta avere anche solo un amico al tuo fianco per poter fare tutto, pure e cose che possono sembrarti difficili o spaventose.

Ho capito che l’amicizia è una cosa importantissima che ti permette di avere vicino persone a cui vuoi bene e sai che nel momento del bisogno loro ci saranno e ti aiuteranno.

Tutto questo, che ho capito conoscendo la vita dei Ragazzi della Rosa Bianca in classe ma anche con l’incontro con Francesca all’universita’ frequentata dai ragazzi, non lo vorrò scordare mai.

Quando chiudo gli occhi e ripenso alla gita a Monaco mi viene in mente un’immagine: noi.

Improvvisamente nella mia mente rivedo e rivivo le nostre avventure.

Vedo me e i miei compagni fare figuracce a Innsbruck. Mi sono divertita davvero tantissimo. Stavo veramente morendo del ridere.

E’ stato troppo bello correre come dei pazzi per la città… in realtà un po’ pazzi lo siamo sempre stati.

La gente del posto ci guardava malissimo, non oso nemmeno immaginare i pensieri che si rivelavano dietro ai loro sguardi sbalorditi ed increduli rivolti a noi.

Onestamente, anche io avrei guardato in quel modo della gente che improvvisamente si mette a correre apparentemente senza una meta per le vie della mia città.

In realtà però i loro sguardi non mi interessano. Io sono felice, perché abbiamo vissuto quest’esperienza speciale tutti insieme, che secondo me ci ha unito ancora di più, perché per superare le varie prove del gioco dovevamo collaborare ed essere una squadra forte e indissolubile.

Secondo me ricorderò per sempre questa giornata, perché le cose belle non si dimenticano facilmente.

Di questa gita non dimenticherò nemmeno il campo di Dachau.

Visitare quel luogo mi ha fatto una strana impressione: vederlo con i miei occhi ha mosso qualcosa in me, qualcosa che non si può smuovere solo con delle parole scritte su un libro.

Ho apprezzato molto il fatto di aver potuto vedere ciò che sto studiando in questo momento a scuola.

Quest’esperienza toccante mi rimarrà per sempre, ma nel mio cuore voglio conservare le esperienze felici, i momenti più belli e ricchi di risate… voglio ricordare questa gita con un sorriso, perché la mente può dimenticare, ma il cuore non dimenticherà mai.

Federica e Valentina

Leggi anche

Mercoledì 28 febbraio gli studenti di prima media sono partiti per una gita sugli sci, un’esperienza...
“Allora come è stato oggi?” – “Ci sta!” È Giorgio che risponde a sua mamma al...