Nando Sanvito e la “grammatica del Destino”

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san vito

Solo chi si appassiona e va fino in fondo a ogni aspetto, a ogni dettaglio della realtà, può cominciare a leggere qualche parola delle pagine del Destino: non una parola astratta, ma il Mistero del perché siamo quello che siamo e del perché accade ciò che accade, nello sport come nella vita. La domanda a cui in fondo più ci interessa rispondere. Allora anche le vicissitudini di una gara ciclistica possono rivelare delle sorprese incredibili e vicende apparentemente insensate possono assumere un’ipotesi di senso.

san vito
Sanvito, con la sua passione e il suo rigore giornalistico, ci fa scoprire come si possano leggere vicende o imprese di sportivi non solo come una lista di vittorie, pareggi, sconfitte, risultati, ma come episodi di vita giostrati da una Regia più grande, che sfugge allo sguardo superficiale e alla leggerezza della cronaca abituale. Certo, occorre andare fino in fondo ai fatti, senza trascurare nessun dettaglio, come detective.

Ecco allora che un’apparente sconfitta nasconde una vittoria più grande, che si svela in un tempo e in uno spazio ben più ampi di una pagina di giornale o di un servizio televisivo, a volte lo spazio di una vita intera.

Occorre innanzitutto farsi domande, la pazienza di attendere e poi la curiosità di seguire la vita fino in fondo per scoprire dove porta: le vite degli sportivi certo, ma innanzitutto la nostra.

Attraverso video e immagini straordinarie scopriamo che dietro un’apparente ingiustizia si nasconde un’occasione di giustizia, dentro una folle scalata in solitaria a rischio della vita si può ricominciare a vivere, e addirittura trovare un senso buono all’esistenza a settemila metri di quota. Sono reportage di vita vera e documentata, quella vita che ha portato Sanvito, aspirante insegnante, a diventare giornalista per poi ritrovarsi a educare i ragazzi nelle scuole usando la sua esperienza di giornalista e la sua conoscenza sportiva. La vita fa fare dei bei “giri di giostra” e non segue gli schemi e i limiti che noi tracciamo quando crediamo di conoscere già.

Grazie Nando Sanvito: una bella lezione per noi insegnanti e una grande testimonianza di speranza per i nostri ragazzi nel difficile compito di vincere la paura di diventare grandi.

Nel finale, raccontandoci di sé, Sanvito ci esorta a non aver paura della realtà, anche quando ci sembra nemica, anche quando ci sentiamo sfortunati, sfavoriti o arrabbiati con la vita. Emblematica la storia del mitico calciatore brasiliano chiamato “Garrincha”, che per i medici e l’opinione pubblica non aveva una chance, salvo poi finire a giocare in nazionale lasciando a bocca aperta milioni di spettatori con i suoi dribbling e i suoi gol da fuoriclasse. Una storia, fra le tante e bellissime raccontate da Sanvito, che ci lascia commossi e spazza via i nostri preconcetti facendoci alzare lo sguardo.

C’è un Destino che ci conosce meglio di quanto noi stessi possiamo conoscerci, e che aspetta solo che noi abbiamo il coraggio di fare la nostra strada.

Gabriele Borghi

Docente di Lingua e letteratura spagnola
Vicepreside Liceo linguistico

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