Musica a distanza: un’esperienza possibile

Tempo di lettura: 3 min.
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La tecnologia uccide le relazioni”
“Internet favorisce la pigrizia mentale”
“A scuola non c’è spazio per il pensiero divergente”

E fin qui ci siamo.

Quindi, naturale conseguenza, la didattica a distanza non può che rivelarsi un tentativo fallimentare. La relazione è mediata da schermi talvolta minuscoli come quelli di un telefonino, i contenuti passano attraverso un PowerPoint in condivisione schermo che certo non attira l’attenzione come una lavagna vera nella stanza, con qualcuno che la indica ed una ventina di amici che la guardano… L’elenco di storture può essere allungato a piacere.

D’altra parte c’è il virus, si fa quel che si può, sempre meglio un’ora di videolezione che un’ora di Fortnite.

Ed anche questo è vero.

Ma ci sarà qualcosa di interessante in queste videolezioni? E soprattutto, è possibile un coinvolgimento dei ragazzi “a tutto tondo” in un’esperienza gustosa e appassionante? È la questione forse più urgente per chi come me insegna una materia “pratica”, “creativa”, “laboratoriale” come la musica.

“Da casa è impossibile fare come facevo in classe”. Verissimo, sarebbe sbagliato continuare come se nulla fosse, riproponendo metodi e strumenti utilizzati fino a quel momento. Ma ad un certo punto ti accorgi che puoi rigirare la frase: “Da casa posso fare cose che in classe erano impossibili”.

Evidenzio qui alcuni esempi che hanno sorpreso innanzitutto me per la risposta avuta dai ragazzi:

A casa il lavoro di ascolto, essenziale nella mia materia, può trovare uno spazio più ampio e personale: ad alcuni basta sentire il pezzo una volta, altri hanno la necessità o il desiderio di riascoltare e pensarci un po’ su prima di elaborare un commento o un giudizio. Mi accorgo che spesso noi non siamo abituati a questa profondità di ascolto: magari viviamo circondati dalla musica ma ci è difficile descrivere che cosa ci colpisca o ci susciti certe emozioni. Invece anche l’orecchio può e deve essere educato, nel tempo ed in modo graduale, ed è interessante come in questo periodo possa essere fatto rispettando i tempi e le modalità di ciascuno.

Su suggerimento di un collega ho proposto poi ai ragazzi di seconda un lavoro che li porti ad imparare a comporre dei piccoli brani musicali. Qui la tecnologia viene in grandissimo aiuto: con il software che usiamo gli studenti possono sentire quello che scrivono in tempo reale, capire cosa funziona bene e cosa può essere migliorato, cambiare le singole note sperimentando diverse possibilità. Dovreste vedere con quanto entusiasmo, collegati insieme a lezione, i ragazzi chiedano di riprodurre le proprie composizioni ed ascoltare quelle dei compagni, proprio perché frutto di un lavoro creativo personale ma interessante per tutti.

Chi ha detto quindi che l’aspetto espressivo non possa essere coltivato anche a distanza? Ciò può emergere in tutte le materie: forse uno degli esempi più lampanti di creatività casalinga è la challenge lanciata dal Getty Museum e proposta dai colleghi di arte anche ai nostri ragazzi. L’obiettivo è ricreare un’opera d’arte con l’aiuto dei propri familiari e l’utilizzo di oggetti di uso comune, disponibili anche nelle nostre abitazioni. Gli alunni sembrava non aspettassero altro e si sono lanciati in performance davvero sorprendenti, come potete vedere qui!

Tornando invece all’ambito musicale, in alcune classi ho proposto di costruire un “coro virtuale” in cui il contributo di ognuno permetta la realizzazione di una video-esibizione unitaria. Ho per questo riproposto un estratto di ’Til Kingdom Come dei Coldplay, che già avevamo eseguito insieme alcuni mesi fa, aggiungendo un paio di semplici voci e strumenti di accompagnamento. Certamente cantare insieme dal vivo è un’esperienza entusiasmante e non riproducibile a distanza, ma anche in questo tipo di attività i ragazzi devono mettere in gioco competenze non da poco. Provate voi a cantare da soli, con nelle cuffie una base registrata, seguendo esattamente lo stesso tempo e la stessa intonazione (solo in questo modo infatti è possibile mettere poi insieme tutte le tracce creando un coro e non una grande confusione); provate a lavorare sul frammento assegnato alla cieca senza la percezione e la soddisfazione immediata del risultato complessivo.

Nonostante le difficoltà la risposta è stata sorprendente, molto superiore alle mie aspettative (potete vedere il risultato nel video): la consapevolezza di mettere un piccolo ma fondamentale tassello all’interno di un progetto che coinvolge tutti ha sicuramente stimolato ogni ragazzo a dare il meglio di sé! Questo lavoro, imposto dal momento di didattica a distanza e realizzato grazie agli strumenti tecnologici che abbiamo a disposizione, ha un valore didattico ed educativo non inferiore a ciò che si sarebbe potuto fare in classe.

Noi insegnanti, anche nella situazione attuale, possiamo quindi iniziare a percorrere delle strade che mantengano vivo l’interesse e la creatività dei ragazzi, e che siano l’occasione per guardare le mosse personali di ognuno.

Stefano Musolino
Docente di Musica
Scuola Media

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