I ragazzi incontrano lo scrittore Luigi Ballerini

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Ballerini

Da dove è sorta in lei la passione per la scrittura? Come nasce un personaggio? Chi sono i suoi maestri? Cosa provoca l’ispirazione? I ragazzi avevano preparato decine di domande.

Luigi Ballerini, scrittore e psicoanalista che collabora da anni con la nostra scuola, mi ha scritto alcuni giorni fa, rendendosi disponibile a incontrare i nostri alunni. “Un modo per esservi amico” lo ha definito.
Con gli insegnanti, abbiamo concordato che sarebbe stato interessante coinvolgerlo in un dialogo con gli alunni di seconda media: a tema il suo mestiere di scrittore.
Ci pareva un’occasione da non perdere.
Proprio quest’anno abbiamo invitato gli studenti a misurarsi con romanzi e racconti, scoprendo generi narrativi diversi, come il giallo e l’avventura, e imparando, passo passo, a scrivere una storia.
A questa età, poi, diventano più urgenti le domande sul futuro. Per aiutare i ragazzi a orientarsi cerchiamo quindi da sempre di promuovere incontri con adulti appassionati, che amano la vita e il proprio mestiere e, raccontando la propria esperienza, aprano nuovi orizzonti.<strong> </strong>

Rispondendo alle domande dei ragazzi, Ballerini ha spaziato su vari argomenti. Dallo spiegare come nasce un libro, accennando anche a stili e tecniche narrative, è arrivato fino a descrivere il rapporto che instaura coi suoi personaggi, coi buoni, ma soprattutto con i cattivi, che, affermava, sono quelli che uno scrittore deve amare e curare di più.
Ha raccontato anche di sé e della sua storia, del suo lavoro, dei suoi affetti e di come affronta questo momento particolare, tra le mura di casa.
Ci ha messo a parte, insomma, della sua vita, perché in fondo, come affermava lui stesso, è dalla vita che nascono i suoi romanzi.
E’ l’interesse per la realtà che muove a scrivere e questo interesse, ci ha detto, si svela nell’amore per i dettagli. I particolari infatti non sono mai insignificanti e, specie per uno scrittore, sono fondamentali per caratterizzare situazioni e personaggi.
Nulla di ciò che succede è banale, tutto è interessante, ha sottolineato, e ogni romanzo è un romanzo d’avventura perché la vita stessa, il quotidiano è sempre sorprendente, anche quando stiamo in casa per la quarantena.
Per poter scrivere, però bisogna essere attenti, spalancati, curiosi e porsi molte domande, perché, ha sottolineato, “Tanta più vita c’è, tante più cose abbiamo da raccontare”. Se si è attenti e curiosi sarà più facile che si abbia qualcosa di personale da dire.
E’ dalla realtà, infatti, che arriva l’ispirazione. “E’ così forte che tutto parte da lì, perfino la fantasia,” ha proseguito Ballerini, spiegando che ciò avviene anche quando si sta componendo un racconto di fantascienza.
Di fatto la letteratura è tutta un unico grande romanzo in cui si racconta sempre delle stesse cose: di amore, odio, amicizia, invidia, paura: cioè della vita.

Sempre incalzato dalle domande dei ragazzi, lo scrittore ha raccontato di come ha affrontato difficoltà e insuccessi, parlando dell’umiltà e del valore della correzione.
Lo ha fatto riportando un episodio personale molto significativo.
Quando, alle prime armi, aveva inviato il suo romanzo al responsabile di una famosa casa editrice, questo, sorprendentemente, lo aveva convocato solo per conoscerlo.
Pur non ritenendo il suo lavoro adatto alla pubblicazione, aveva dedicato del tempo per leggerlo e correggerlo attentamente.
Lo aveva poi incoraggiato, dicendogli che se avesse imparato a scrivere e avesse insistito era certo sarebbe diventato uno scrittore, magari anche uno bravo.

Quest’uomo, ha raccontato Ballerini, è stato per lui un maestro, perché invece di ignorarlo, illuderlo o magari stroncarlo, lo ha messo al lavoro.
Così se, fino ad allora, guardava in modo un po’ presuntuoso ai suoi romanzi, come a capolavori incompresi (ne aveva già scritto un certo numero, ma venivano sempre rifiutati dalle case editrici cui li mandava), da quel momento ha scoperto l’umiltà che è necessaria nel lavoro dello scrivere, come anche nella vita: accettare le correzioni e rimettersi all’opera, per migliorare.
Ha avuto la tenacia di proseguire, con pazienza, per poi scoprire più avanti, una volta ottenuti successo e riconoscimenti, che il lavoro dello scrittore è sempre caratterizzato dal giudizio di un altro e da una continua opera di revisione. Attraverso la presenza dell’editor, una figura che, come fanno gli insegnanti di italiano con gli alunni, interviene, correggendo e suggerendo modifiche e tagli, un autore è sempre costretto a ritornare più e più volte sul proprio lavoro.
Ballerini ha rivelato così il suo segreto: “Quando il prof. corregge il tema voi guardate solo ciò che non conta: il voto, ciò che davvero conta invece è la correzione.” L’unico modo per imparare a scrivere è scrivere, correggere e riscrivere. “Per questo” Ha aggiunto “Il lavoro che fate sulla scrittura è preziosissimo…E non tutte le scuole lo fanno!”.

Il tempo è finito. Gli ultimi interventi e poi i saluti. Dobbiamo dire grazie a questo amico che ci ha offerto con generosità la sua esperienza, favorendo un clima di empatia e sincerità con i ragazzi.
Lui stesso si è stupito per i loro interventi: “Il mio primo ringraziamento è per le vostre domande perché mi hanno documentato che siete curiosi, dentro un percorso e al lavoro e questa per me è una cosa bellissima” e li ha ringraziati per l’ordine in cui si è svolto il dialogo: “La vostra capacità di compostezza, disciplina, educazione è segno che questo tempo di quarantena non è stato inutile, avete acquisito una nuova competenza avete imparato come si può stare insieme bene e con ordine anche a distanza, e vi assicuro che non è scontato”.

Un regalo inaspettato e bellissimo questo incontro a distanza, inaspettato e sorprendente come sa esserlo solo la realtà.

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