“Allora come è stato oggi?” – “Ci sta!”
È Giorgio che risponde a sua mamma al ritorno dal concerto di Natale della Scuola.
Se un ragazzo come Giorgio dice “Ci sta!” vuol dire che è successo qualcosa: una serata pubblica in cui tutti i ragazzi della Secondaria di I grado, dal primo all’ultimo, eseguono una quindicina di canti intervallati da alcune letture e meditazioni sul S. Natale.
Ma cosa c’è di così particolare in questa proposta da risvegliare un ragazzo di 13 anni, in classe sempre taciturno e schivo?
Sicuramente il fare musica insieme è un’esperienza entusiasmante in cui ciascuno con la propria disponibilità e capacità collabora a una bellezza di cui tutti possono godere. Come dice Alberto parlando dell’orchestra – progetto sperimentale avviato quest’anno -, “è bello, quando sai la tua parte, concentrarti su come sta insieme con le altre e sull’effetto globale”.
È quindi per un fascino che i ragazzi si coinvolgono nel fare musica, ognuno secondo la propria sensibilità: per l’ultima edizione del concerto di Natale, infatti, tante ragazze si sono proposte per cantare da soliste alcune parti; c’è poi sempre un nutrito gruppo di alunni che si ferma al pomeriggio per imparare seconde voci ed armonizzazioni che sostengono poi il canto di tutti. Tra questi Caterina, sempre in prima linea sulle seconde voci, quest’anno pur non potendo cantare, non ha rinunciato ad essere parte attiva nel concerto, offrendosi di suonare le percussioni. Insieme a lei c’erano alcuni suoi amici, tra cui Michele e Paolo che generalmente non hanno grande tenuta nel lavoro in classe, ma che, coinvolti dall’insegnante, nella responsabilità di un compito, hanno preparato ed eseguito la parte ritmica dei canti con passione e impegno, risultando fondamentali nel sostegno dei canti, esattamente come l’anno prima era capitato a Giorgio, anche lui curiosamente rimesso in gioco dalle percussioni e ultimamente soddisfatto.
Un’altra storia sorprendente è accaduta durante il mese di dicembre: in classe le nostre classi Terze approfondendo la questione israelo–palestinese, grazie alle conoscenze di una nostra famiglia della scuola, hanno incontrato da remoto due persone appartenenti ai due mondi ora in conflitto, una ebrea italiana che vive ad Haifa e una guida cristiano palestinese di Betlemme. È stata un’occasione per poterci sentire vicini a questi popoli e immedesimarci in ciò che vivono. Alla fine della prima call, i ragazzi hanno proposto di cantare alla donna di Haifa il canto della tradizione ebraica “Hineh ma tov” che stavamo preparando per il concerto. Lì sul momento non è stato possibile, ma si è imposto con chiarezza il desiderio dei ragazzi di voler comunicare a una persona appena conosciuta una vicinanza attraverso la musica. Il secondo incontro è stato così intenso e vero che abbiamo voluto inserire nella scaletta del concerto un canto di una cantante araba che parla proprio del luogo in cui Gesù è nato. Anche la fatica di imparare delle parole in una lingua completamente estranea non è stata per i ragazzi una obiezione, davanti alla possibilità di entrare in contatto attraverso la musica con una cultura così ricca e interessante.
È evidente quindi che ciò che viviamo insieme ai ragazzi, grazie alla musica, va oltre alla musica stessa: viviamo qualcosa di più grande di cui ci sentiamo parte, di cui siamo grati perché ci viene donata, ne diventiamo responsabili e la vogliamo comunicare a tutti.
D’altra parte, un’esperienza corale come quella che proponiamo difficilmente ricapita ai ragazzi in altri contesti: anche il cantare insieme, aspetto che di per sé appartiene a qualsiasi espressione culturale, è ormai rarissimo tra i giovani. È forse per questa unicità che Cristina, Luca e tantissimi altri ex-alunni della nostra scuola continuano a tornare ai concerti di anno in anno, segno del fatto che hanno effettivamente vissuto dei momenti importanti e che vogliono continuare ad esserne parte.
Storie come queste, ci mostrano quanto possa essere incidente il far lavorare insieme gli alunni attraverso la musica. Proprio questa consapevolezza ci ha portato da ottobre alla creazione di una piccola orchestra d’archi dell’istituto. Come ho imparato durante la mia formazione e da tanti amici e colleghi musicisti (non posso non citare qui l’esperienza della International Musical Friendship), fare musica insieme non è solo un forte elemento di motivazione e sfida per i ragazzi: la capacità di fare squadra, l’educazione alla bellezza, il rischiare davanti al pubblico, la soddisfazione per un risultato raggiunto insieme, sono tutti elementi di una esperienza culturale e educativa a tutto tondo. Se noi insegnanti diamo ai nostri ragazzi la possibilità di coinvolgersi in occasioni e percorsi con un orizzonte ampio, sfidandoli a fare cose grandi e contemporaneamente valorizzando le loro mosse, saremo i primi a stupirci della serietà di impegno e della maturità con cui accoglieranno ciò che proponiamo e della profondità di esperienza che faremo insieme, noi e loro.
Chiara Rossetti – preside scuola secondaria di I grado
Stefano Musolino – insegnante di musica e vicecoordinatore didattico scuola secondaria I grado