Grazie ad Alberto Bordin, scrittore, sceneggiatore e consulente narrativo, che oggi ci aiuta a scoprire meglio il valore delle fiabe, le quali ci aiutano a diventare grandi e a scoprire “che la vita è anche più bella, meravigliosa e piena di speranza di quello che credevi da piccolo”.
Le fiabe non sono roba da bambini.
Sembra un controsenso, ma in realtà è estremamente logico. Perché i bambini non hanno il problema di essere bambini, hanno il problema di diventare grandi. Quando non sono ancora stati svezzati dallo scetticismo, i bambini ti diranno che vogliono essere re, principesse, astronauti. Vogliono essere cavalieri indomiti, in grado di combattere e sconfiggere con abilità e coraggio tutti i mostri che incontreranno sul loro cammino.
Perché diceva bene Chesterton: «le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono. I bambini lo sanno bene che i draghi esistono. Le fiabe insegnano che i draghi possono essere sconfitti».
A questo servono le fiabe: a diventare grandi.
Il mondo sa essere spaventoso, e non bisogna essere smaliziati per capirlo. Altro che malizia, è una questione di innocenza, invece. E i bambini infatti lo sanno da sempre, da che sono nati. Con il loro primo vagito e ogni volta che piangono cercando la mamma ce lo dicono: “ho paura, fa male, ho bisogno di qualcuno, ho bisogno di te”.
A una platea di bambini, un prete raccontava con un simpatico accento americano: «le storie più belle sono quelle che hanno un lieto fine! E le storie hanno un lieto fine quando c’è qualcuno di grande con noi. Per cui non importa quanti ostacoli, pericoli, mostri troveremo sul nostro cammino; non abbiamo più paura perché non siamo soli. C’è qualcuno che ci dice: “non temere! Andrà tutto bene”»
Per questo le fiabe sono fatte per essere lette con mamma e papà. I bambini hanno bisogno che qualcuno glielo prometta, che non li si prenda in giro. Hanno bisogno che gli si dica che “sì, è vero! Ci saranno mostri, serpenti silvestri, draghi, lupi famelici e bestie da incubo; l’Abisso e il Buio vengono a prenderti, e ti sentirai disperare. Ma ora ti racconto di chi ha saputo sconfiggerli; ti insegnerò a custodire la speranza. Non avere più paura”. E allora il mondo non è più tenebroso, ma ricco e colorato. Puoi aprire gli occhi e guardarlo con stupore in tutta la sua magia; perché il mondo ha le sue regole cui ubbidire, ma sono le regole dettate da un grande mago che compie meraviglie. Le fiabe sono come un seme che ti regala uno straniero e che tuo padre pianta in giardino nel cuore della notte quando dormi, mentre tua madre lo annaffia e lo nutre. E da quel piccolo seme sgorga un albero altissimo, che ti permetterà di vedere tutto il mondo dall’alto.
Ma sarebbe solo una bella bugia se poi crescendo tutto questo non fosse più vero. “Erano favolette, nient’altro; la vita è un’altra cosa”.
Le fiabe non sono roba da bambini. Sono roba da grandi.
Sono vere perché rimangono vere. Anche quando la mamma e il papà non ci sono più, anche quando piangi e non puoi più correre da qualcuno chiedendogli di rimanere con te, di non lasciarti solo. Sono matti i grandi che credono di poter vivere da soli, che pensano non avranno più paura rimanendo soli. Si sono dimenticati di essere bambini. E allora quando il potere ti schiaccia, quando i re e i malvagi ti tolgono tutto e il mondo sembra farsi grigio e ha perso la sua meraviglia, poi con stupore scopri che quell’albero piantato in giardino vive ancora. E mentre diventavi grande, anche lui cresceva, e ora se lo sali andrai più in alto di prima e vedrai più in là di prima. Diventare grandi può essere una benedizione, perché significa diventare bambini grandi, dei super bambini. Potrai scoprire quello che da bambino nemmeno ti immaginavi. Scoprirai che la vita è anche più bella, meravigliosa e piena di speranza di quello che credevi da piccolo. E allora esulterai come un bambino e non vorrai smettere di diventare grande.
Le fiabe sono roba da bambini senza età.