Durante gli scorsi mesi i nostri studenti hanno preso parte a diverse attività ispirate al tema dell’anno: “La Realtà è maestra”. Tra queste ve n’è stata una in grado di unire meglio di altre i diversi ordini del nostro Istituto, ossia la progettazione, l’allestimento e la spiegazione della mostra presente alla festa della scuola.
A questo punto, molti potrebbero obiettare di aver visitato, non una, ma bensì due esposizioni durante i pomeriggi dell’ultima settimana di maggio: la prima, intitolata “Tra la terra e il Cielo”, sulle figure di Giotto, san Francesco e sul Cantico delle creature; la seconda, riguardo a Franz e Franziska, sulla testimonianza di vita e di fede di questa coppia vissuta nella prima metà del secolo scorso.
Tuttavia, nonostante le apparenze, credo di poter sostenere quanto appena affermato per tre motivi: uno riguardante i contenuti della mostra, uno legato alla sua progettazione e al suo allestimento, oltre a un ultimo connesso alla spiegazione della stessa.
Scendendo nei particolari, per cogliere il fil rouge che collega le due parti dell’esibizione, è bene iniziare col soffermarsi sullo stesso Cantico delle creature. All’interno di tale componimento, infatti, possiamo individuare due macro-temi, il primo volto alla celebrazione di tutto il creato con un movimento discendente, a partire da «messor lo frate sole», fin giù a «sora nostra matre terra»; il secondo invece riguardante l’uomo e, nello specifico, colui che vive secondo l’Amore di Dio e che, a motivo di ciò, non teme «sora nostra morte corporale».
Da qui si capisce la connessione tra le due componenti dell’esibizione, dove, se la prima riprendeva esplicitamente la parte iniziale del Cantico, la seconda esemplificava ciò che Francesco esalta nell’ultima. Il motivo di tale scelta è semplice: quale miglior modo per comprendere come sostenere in pace «infirmitate et tribulatione», arrivando addirittura a chiamare “sorella” la morte, se non quello di lasciarsi interrogare dalla vita di due testimoni di quell’«Altissimu, onnipotente, bon Signore» lodato dal Poverello di Assisi?
Per quel che riguarda, invece, il progetto della mostra, per la sua realizzazione si sono messi in gioco diversi gruppi di ragazzi appartenenti a tutte le fasce d’età presenti alla Regina Mundi, ed, in particolare, per quel che riguarda i Licei, la classe IV LS. Questi ultimi, infatti, all’interno del percorso didattico di Disegno Geometrico hanno potuto sviluppare diverse competenze, inerenti alla logistica e all’allestimento di un’esposizione, guidati dalla loro docente di materia, Letizia Prestipino.
Insieme con lei hanno collaborato anche diversi prof. e non solo, a partire da Letizia Sangermani, insegnante di Arte e Immagine presso la nostra scuola media, la quale ha presentato agli studenti appena ricordati il contenuto della mostra. A quest’ultima si aggiunge Marco Andreolli, responsabile dell’ufficio acquisti, che ha presentato ai ragazzi in questione la figura di san Francesco durante le ore di filosofia.
A questi due primi passi è seguito un brainstorming, guidato sempre dalla prof.ssa Prestipino, attraverso il quale gli studenti si sono suddivisi in diversi gruppi di lavoro autonomi, in base alle sezioni previste dall’esibizione.
Il loro lavoro è stato revisionato, per poi passare all’effettivo allestimento della mostra.
A questo punto sono entrati in gioco anche gli allievi di III e IV LL e di III LS, i quali, coordinati dal prof. Lietti, hanno esposto i pannelli riguardanti Franz e Franziska sia alle persone presenti alla festa, che ai loro compagni delle scuole medie e del Liceo.
Concludendo, cosa si può imparare da tutto ciò?
Anche senza soffermarsi sui bellissimi messaggi veicolati dalla mostra, credo che si potrebbero dire moltissime cose. Tuttavia, stando accanto agli studenti che hanno presentato l’esposizione, sono stato molto colpito nel vedere dei ragazzi che si sono presi a cuore il compito per il quale si erano offerti, trasformandolo in un vero e proprio progetto. Non è sicuramente mancata un po’ di paura, visto che alcuni di loro era la prima volta che si trovavano a parlare davanti ad un pubblico adulto, ma per chi ha potuto visitare il percorso proposto dai nostri alunni ha potuto comprendere come la vera educazione sia in grado di coinvolgere, anzi di convocare, le persone che a più livelli ne prendono parte, rendendoli sempre più uniti e forse un po’ più consapevoli di far parte di questo “villaggio” educante.
Emanuele Lietti
Docente di Lettere
Liceo Scientifico e Linguistico