Emergenza educativa

Da dove possiamo ripartire per educare i nostri figli e figlie?

Mi chiamo Matteo Severgnini, rettore della Scuola Regina Mundi dal gennaio 2023. La mia vita professionale e umana è sempre stata modellata dall’incontro con la realtà educativa, prima come insegnante di storia e filosofia e poi come direttore di una scuola in Uganda, a Kampala per 10 anni. Ora il cammino avventuroso della mia vita mi ha reindirizzato in Italia con un rinnovato desiderio di poter impastarmi con la sfida educativa che, giorno dopo giorno, chiede passione, energie, stupore, speranza e una comunità che sostenga l’impeto di chi rischia in questo ambito.

Al mio rientro in Italia sono stato investito da una cultura difficilmente reperita in Africa e che definirei sinteticamente: narcisistico-individualista. Essa si esprime sinteticamente così: “Il mio valore è definito da ciò che riesco a fare, dire e raggiungere”. La grande alternativa così è ridotta al successo o al fallimento, facendoci credere che la nostra sia l’unica misura. Esistiamo come direbbe l’autore americano David Foster Wallace in una continua modalità predefinita, che si identifica con il nostro egocentrismo: “Viviamo con la convinzione automatica e inconsapevole che sono io il centro del mondo, e che sono le mie sensazioni e i miei bisogni immediati a stabilire l’ordine di importanza delle cose”. Fa eco il nostro pontefice Francesco: “I figli crescono come “isole”, slegati dagli altri, incapaci di una visione comune, abituati a considerare i propri desideri come valori assoluti: figli capricciosi, ma di solito questo succede quando i genitori sono capricciosi! E così la società si decostruisce, si impoverisce e diventa sempre più debole e disumana”.

Questi giudizi rimettono personalmente me di fronte ad una responsabilità immensa e ad un rischio che vorrei correre con l’aiuto di tutti coloro che desiderano implicarsi. Qualche mese fa un genitore mi ha chiesto: “Da dove possiamo ripartire per educare i nostri figli e figlie?

Ecco tre iniziali punti che vorrei condividere con voi e che vorremmo sempre più vivere e incarnare alla Regina Mundi.

  • La vita ha un significato. Il compito dell’educazione è poter affermare che la vita, la realtà e i rapporti sono per un significato grande da scoprire. Testimoniare che la realtà veicola un significato è la condizione per addentrarci in un processo di ricerca e conoscenza che ridona valore al protagonista stesso di questa avventura, cioè noi. I nostri ragazzi hanno diritto a tutto ciò che è necessario e anche superfluo ma soprattutto hanno necessità di ciò che è indispensabile, cioè del significato per cui vivere.
  • Noi siamo un valore infinito. Ogni persona porta con sé un valore infinito e un potenziale unico che deve essere riconosciuto e coltivato. Come educatori, è nostro compito sostenere la coscienza del valore del proprio io negli studenti, per il solo fatto che esistono, incoraggiandoli a conoscere la propria identità e ragione.
  • Camminiamo insieme per non sentirci soli nelle trincee quotidiane della nostra vita. La vita è piena di sfide e difficoltà, ma nessuno è fatto per affrontarle da solo. Per questo desideriamo offrirci ed offrire un sostegno tangibile e un senso di appartenenza che aiuti i ragazzi ad affrontare la vita con passione e disponibilità. Questa sfida non può essere affrontata da soli.

 

Abbiamo di fronte a noi una grave responsabilità: testimoniare che la vita vale la pena di essere vissuta incarnando la speranza, virtù propria del cammino educativo.

Grazie,

Matteo Severgnini

ReginaMundinFesta

Tutto può essere occasione di vivere con maggiore coscienza e gratitudine il bene che la nostra vita e la nostra comunità educante sono di fronte al mondo.