Scuola e famiglia: ri-scoprirsi alleati!

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Analisi Grammaticale

In rete spopolano articoli che parlano del ruolo della scuola e dei genitori nell’epoca del covid-19. Articoli con le grandi domande di senso: “Quale scuola sta nascendo?” “Che ruolo ha ora la scuola?” “E il ruolo della famiglia?”. Senza contare tutti i vari decreti che escono, che un giorno danno un’indicazione e il giorno dopo ne danno un’altra. Tanta confusione sicuramente, ma io oggi posso raccontare la mia esperienza di insegnante e di come possa vedere tutti i giorni cosa davvero significa “collaborare” e “mettersi in ascolto”.

A circa due settimane dall’inizio dell’emergenza, la mia coordinatrice didattica comunica che è necessario fare i colloqui con i genitori e, tra me e me, penso che forse non ho molto da dire loro. Queste piattaforme per la didattica on line sono utilissime, ma diciamocelo chiaramente, io in classe i miei bambini li guardo in faccia ogni secondo e dopo tre anni, capisco se sono attenti, se stanno pensando a Dragonball, se hanno qualche preoccupazione. Qui manca tutta la parte relazionale che mi permette di richiamarli se guardano fuori dalla finestra o di dare loro un abbraccio se sono tristi.

Tornando ai colloqui, mi dico che, vista la situazione, chiederò io loro come sta andando, come vedono i bambini, se secondo loro questa didattica sta funzionando. Un po’ scettica a dire il vero, abituata ad un ventennio di classici colloqui con i genitori, ma desiderosa di avere notizie dei miei bambini, notizie vere, non mediate da uno schermo.

Inizio le telefonate e mi si apre un mondo, trovo dall’altra parte del telefono persone che mi raccontano della loro quotidianità, che ringraziano del lavoro svolto e a cui mi trovo a raccontare i limiti tecnici in questo nuovo lavoro. Scopro piacevolmente che molti hanno competenze informatiche. Una mamma si offre di spiegarmi come creare dei test on line che i bambini possono svolgere in tempo reale. Lo dico alle mie colleghe e organizziamo un piccolo corso dove ci viene spiegato nei minimi dettagli come organizzare il tutto. Ad un’altra mamma racconto che vorrei trovare una modalità per comunicare velocemente ai genitori i risultati delle verifiche e lei si offre di spiegarmi un metodo rapido per attuare la mia idea. Altre mamme mi danno feedback continui su come sta andando il lavoro, se è adatto ai loro bambini, ma con un tono di assoluta collaborazione come a dire “Ti racconto ciò che magari tu ora non riesci a vedere”.

Poi sento il papà di una bambina a cui è stato certificato un disturbo specifico di apprendimento (o DSA). E’ una bambina molto intelligente e curiosa, a scuola posso aiutarla facilmente diminuendole il carico di scrittura e di lettura, ma in questa situazione diventa davvero complicato. I suoi genitori si sono sempre molto affidati alle indicazioni della scuola, si sono fatti accompagnare serenamente in questo percorso di certificazione, perché hanno da subito capito che non era un di meno per la loro bambina, ma una strada per aiutarla negli apprendimenti. Il papà che è un programmatore mi riferisce di alcune difficoltà che sta riscontrando e mi racconta che ha creato per la sua bambina un piccolo programma per svolgere l’analisi grammaticale e dei verbi direttamente sul computer, con un sistema di menù a tendina che permette di scegliere come analizzare parole e verbi, bypassando completamente la scrittura. Ovviamente mi sono illuminata, ho pensato subito che fosse una meravigliosa idea e, perché no, potesse essere di aiuto a tutti in questo momento. Così gli chiedo se possiamo utilizzarlo anche per la classe e lui, con entusiasmo, sistema alcuni passaggi tecnici e mi insegna come preparare i lavori. I bambini ne sono rimasti entusiasti e alcuni genitori mi hanno riportato che i bambini non vedevano l’ora di svolgere il compito assegnato.

Io credo che il vero insegnamento sia questo: se ci si mette in una posizione di ascolto, da entrambe le parti si può davvero collaborare per riuscire a mantenere, anche in questa situazione, un alto livello di proposta didattica. In un momento storico in cui nessuno ne sa più di altri, dove tutti si sono trovati in difficoltà, quello che rende la nostra scuola speciale è proprio questo: il desiderio degli insegnanti nel continuare a lavorare bene e il sostegno dei genitori che si prestano a dare il loro contributo.

C’è una frase che dico sempre ai miei alunni: “Mi raccomando condividete” e quando lo dico loro sanno che vale un po’ per tutto, dalla matita colorata, alla merenda, fino alle competenze personali. Sono fermamente convinta che le cose migliori nascano da una condivisione, da un lavoro di gruppo. Questa esperienza mi era già chiara con le colleghe con le quali c’è un lavoro enorme di condivisione, ma la vera ricchezza è stata poter fare questo tipo di esperienza anche con i genitori, forse per la prima volta in maniera reale e dove ho scoperto che in fondo “collaborazione” è sì una parola, ma che ora si è riempita di significato, del vero significato che è “lavorare con” per un obiettivo comune che rimane sempre la crescita e il benessere dei nostri bambini.

Viviana Bianchi

Maestra Scuola Primaria

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