Aiutare i bambini a fare i compiti

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Care mamme e cari papà,

in questo tempo straordinario per tutti, nel quale abbiamo dovuto improvvisamente cambiare le nostre routine e le nostre abitudini, abbiamo a lungo riflettuto sul ruolo della scuola. Fin da subito ci siamo mossi per continuare la didattica e organizzare le lezioni on line, ma anche offrire degli spunti concreti di carattere più educativo al fine di accompagnarvi non solo con strumenti didattici. Quella che a settembre è stata rinnovata insieme alle iscrizioni è una fiducia, una stima, una ALLEANZA come è stata più volte definita che ora si trova a cambiare forma ma non sostanza. Ecco perché abbiamo chiesto ed una psicoterapeuta di rispondere ad alcune domande e bisogni molto concreti che abbiamo raccolto in questi giorni.

Ancora una volta siamo qui per andare al cuore della sfida educativa. La didattica on line ci spinge a essere creativi, trovare mezzi nuovi ma non permetterà di abbassare lo sguardo riducendo la scuola ad un addestramento tecnico.

Di seguito riportiamo un’intervista fatta a Elena Colombo, Psicologa e Psicoterapeuta presso Dimanda Centro Psicopedagogico.

PREMESSA: AD OGNUNO IL SUO RUOLO

L’ obiettivo primario da raggiungere, in un’ azione congiunta scuola-famiglia è l’Apprendimento, che sia un apprendimento puramente didattico, ma anche e soprattutto cognitivo, emotivo e relazionale. Occorre quindi guardare all’apprendimento del bambino a 360 gradi, capendo, insieme alle insegnanti, se il figlio impara, se vive l’esperienza scolastica con creatività oltre che con impegno. E’ importante, oggi ancor di più vista la delicata situazione, mantenere una coesione educativa tra scuola e famiglia, in un’ottica cooperativa e di fiducia reciproca
Il compito della scuola è quello di permettere di vivere esperienze che portino ad imparare, a tirar fuori le proprie risorse (al di là delle valutazioni). In senso generale, il ruolo dei genitori invece è quello di aiutare i figli ad affrontare con successo la realtà (scolastica e non).
E’ importante dunque comprendere quale sia lo scopo dei compiti per poter avere il giusto atteggiamento: il focus a lungo termine è che i compiti aiutino a raggiungere motivazione, senso di responsabilità e autonomia…che è anche autostima! Ricordiamoci, infatti, che quanto più un bambino si sente autonomo nel suo “fare”, tanto più la sua autostima ne trarrà enormi vantaggi.

POSSO AIUTARE CONCRETAMENTE I MIEI FIGLI NEL “FARE I COMPITI”? TEMO CHE AFFIANCANDOLI SEMPRE POSSANO NON ESSERE AUTONOMI IN FUTURO!

Occorre tenere presente che il senso vero dei compiti è quello di aiutare i bambini a consolidare degli apprendimenti, stimolare l’autodisciplina e la responsabilizzazione. Ricordarsi che “a ciascuno il suo compito”: non bisogna quindi sostituirsi, il ruolo del genitore è quello di monitoraggio e sostegno. Bisogna aiutare i propri figli ad accettare e sostenere la fatica, aiutarli ad arrivare da soli alle risposte che stanno cercando (anche se il «fattore tempo» ci porta spesso a mettere in atto i comportamenti che portano ad un risultato più rapido possibile) e stimolarli, valorizzando i successi invece di criticare gli errori. Uno strumento utile è la domanda! Se pensate che non abbiano capito un argomento aiutateli conducendo il pensiero deduttivo attraverso le domande. In questo modo il bambino avrà l’impressione di essere arrivato da solo al risultato e si sentirà “CAPACE”. L’autonomia rinforza il senso di autostima e innesca un circolo virtuoso preziosissimo! Affiancare i bambini durante i compiti è importante ma tenendo la giusta distanza!

FARE I COMPITI E’ UNA LOTTA! COME POSSO CREARE UN CLIMA SERENO DURANTE QUESTO MOMENTO?

E’ importantissimo che il clima sia il più sereno possibile! Negoziate! In questo modo farete capire che ci sono dei punti fissi che “imponete” perché importanti ma che siete disponibili ad ascoltare anche i loro bisogni e le loro richieste. Ricordate che la relazione genitore/figlio è di tipo verticale! Importante è anche validare le emozioni: “<em>Immagino che tu possa essere annoiato e non abbia voglia, dopo questo sforzo che ti servirà per… faremo quello che desideri</em>…”Gli studi sempre più dimostrano che l’apprendimento ha basi emotive, legate al piacere, alle sensazioni ed emozioni positive. Se mentre studio sono tranquillo, interessato, mi sento bene, mi sento importante per chi mi sta “spiegando la lezione” ed ho un buon rapporto affettivo con lui/lei, apprenderò sicuramente più velocemente e più facilmente. Ricordiamoci inoltre che, fino ai 7-8 anni di età, i bambini non sono più di tanto interessati alle proprie performance, ma si muovono ancora su un principio di piacere (“faccio ciò che mi piace, mi fa stare bene e mi diverte”).

IL MIO BAMBINO DI PRIMA ELEMENTARE FATICA A STARE SEDUTO PER PIU’ DI MEZZ’ORA!

E’ del tutto normale! I tempi di attenzione di un bimbo di 6/7 anni sono stimati intorno ai 20 minuti. In classe ci sono molti stimoli che sostengono il bambino e lo aiutano a stare al banco. Durante il momento dei compiti, solo a casa, è difficile ottenere un tempi di attenzione prolungati: vi consiglio quindi di “spezzare” il momento dedicato ai compiti. Una mezz’ora al mattino ed una nel pomeriggio. Prima dei compiti è importante non sovra/eccitare il bimbo con giochi di movimento. A una piccola corsa è meglio far seguire un momento di calma prima di sedersi al tavolo.

RIASSUMENDO… ALCUNI ASPETTI PRATICI

  • Negoziate, con i vostri bambini, un orario fisso durante il quale fare i compiti e dedicarsi allo studio.
  • Lasciate loro un tempo di relax e svago, giocate una ventina di minuti con i più piccoli seguendo le loro regole, concedete tempo per riprendersi dalla fatica.
  • I giochi di movimento, sono molto importanti, poi però individuate una ritualità precisa che sia efficace nell’introdurre i vostri figli in un tempo in cui si richiede loro ancora impegno e attenzione.
  • Favorite la tranquillità e create un ambiente utile alla concentrazione. La televisione deve essere spenta, la confusione e le distrazioni vanno impedite o limitate (essere multitasking è ben diverso dalla tendenza alla distraibilità!).
  • Utilizzate la domanda come strumento pedagogico per condurre a risposte adeguate.
  • Validare le emozioni: è un momento faticoso per tutti. E’ giusto che ai bambini/ragazzi venga riconosciuta la loro fatica.
  • A livello emotivo, rinforzare i successi e gratificare l’impegno, prediligendo uno stile comunicativo “positivo”, “caldo” e affettivamente orientato.
  • Se ben regolato, favorire lo studio comunitario: gli studi attestano il ruolo fondamentale dell’attivazione reciproca e dell’imitazione, nel favorire e stimolare i processi di apprendimento (attraverso l’intervento dei neuroni specchio). Anche in questo momento storico, per i più grandi, è possibile collegarsi con alcuni compagni per condividere il momento dei compiti.
  • Curare le ore di sonno notturne: sono necessarie per i processi cognitivi e le funzioni esecutive.
  • Fare attenzione all’abuso degli strumenti tecnologici: alterano fortemente i meccanismi alla base dei processi di pianificazione, attenzione e memoria.

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